Il mio professore di storia dei primi anni novanta, a cavallo fra la prima e la seconda Repubblica, mi insegnò che la politica in vacanza non va mai, anzi, è ad agosto che compie il peggio perché può contare di agire indisturbata, con gli italiani troppo impegnati a godersi le vacanze. Non siamo più ai “governi balneari”, ma è importante stare attenti, senza rovinarsi riposo e divertimento.
Ecco alcuni consigli:
1) si può non postare, ed anche non guardare proprio, Salvini a petto nudo o che si “magna” arancini. Già l’anno scorso, dimostrando ampiamente di fregarsene dell’art 54 della Costituzione, ha tenuto banco con le sue bravate da guappo. Potete immaginare cosa farà in questo agosto per tenere lontano i #60milioni di italiani dai guai del Governo, dallo scandalo russo, dalla manovra finanziaria che ci aspetta a settembre, dalla mozione di sfiducia fissata alla riapertura delle Camere. Piuttosto, aderiamo alla raccolta di firme del Partito Democratico per sostenere la mozione e l’azione parlamentare, tipo come raccogliere le more per fare la marmellata: servirà.
2) si può non commuoversi per la “povertà”delle vacanze di Di Maio. Anche lui, in perfetto stile populista, proverà a darci il senso della sobrietà politica con un asciugamano ed un paio di ciabatte infradito, sotto un ombrellone di una spiaggia affollata. Non ci cadiamo. Il M5S ha fatto già la cosa peggiore in politica: tradire tutte le illusioni e svendere l’ideale di cambiare la politica per le poltrone. Ha fatto il contrario di ciò per cui sono stati eletti e dobbiamo farlo sapere agli amici e agli amici degli amici, come quando prima si mandava una cartolina con “saluti e baci”.
3) preferire i locali “plastic free”, tenere le spiagge pulite, camminare e andare in bici , ricordarsi che la raccolta differenziata non va in vacanza. Sì, è vero, non basta. I fiumi sotto la Groenlandia ci dicono che servono azioni e politiche vere, ma se noi italiani riusciamo a pensare all’ambiente anche quando ce ne freghiamo di tutto, ed in vacanza siamo bravissimi, allora si può sperare in quel necessario cambiamento di mentalità che deve partire dal basso.
4) ricordarsi che siamo in vacanza grazie a quelli che lavorano in questo periodo e quindi ringraziarli, mostrare loro gentilezza e riconoscenza, a tutti. Anzi, fermarsi a parlare con questi lavoratori, anche cinque minuti, sarebbe necessario per capire le loro condizioni, il loro stipendio, le necessità che obbligano a lavorare d’estate, a girare le spiagge infuocate. Forse ci ritorna in mente che noi, la sinistra, abbiamo smarrito soprattutto un concetto e con esso la nostra identità: il lavoro deve dare dignità, altrimenti si diventa ricattabili, arrabbiati, invidiosi e convinti che il populismo e il razzismo possano restituire ciò che manca, cioè speranza e soddisfazione.
5) leggere, tanto, a garganella, riempirsi il cervello ed il cuore di altre storie, della musicalità delle parole, della bellezza delle frasi e dei titoli. In valigia mettete la stessa quantità di libri e calzini, uno al giorno, per riprenderci il tempo lungo della riflessione e dell’attesa. Ed anche un po’ di grammatica e di ortografia.
6) conoscere persone nuove, posti sconosciuti, sapori diversi, profumi indecifrabili, stare sempre con porte e finestre aperte, senza paure. La vera sicurezza è nella nostra mente, dobbiamo ricordarsi di allenarla alla sorpresa, stiamo perdendo l’abitudine.
Riusciremo a costruire il nostro campo se dimostriamo quanto è bello stare insieme.
7) tenere alti i valori di ascolto, accoglienza, pace, inclusione, sempre, soprattutto in vacanza. Non si disumanizza il nemico, mai, perché può toccare a noi e non ci serve alimentare la guerra degli ultimi. Serve piuttosto distinguersi quando la storia ci darà ragione e può succedere anche su uno sdraio.
8) certe volte stare zitti. Ci sarà da ascoltare un fiumicello, le onde del mare, il frigolio del sole al tramonto, il venticello che smuove la tenda, una musica nuova o antica che ci riempiranno il cuore e che saranno lì, nelle interminabili discussioni dell’inverno, a salvarci.
9) essere felici e grati. Sempre. È la migliore armatura contro la barbaria.
Buona estate!